La Legge del più forte
rubrica mensile a cura di Luca Picotti
Di recente è stata pubblicata la Relazione sui poteri speciali relativa all’anno 2023. Dalle indiscrezioni stampa delle scorse settimane si è già avuto modo di conoscere il quadro generale, in linea con il trend crescente degli ultimi anni: 727 operazioni oggetto di screening, di cui 577 notifiche e 150 prenotifiche, e 30 casi di esercizio dei poteri speciali (2 opposizioni, 20 condizioni/prescrizioni, 8 piani annuali 5G). Non ci si soffermerà ulteriormente sui numeri della Relazione, facilmente evincibili e confrontabili con le precedenti edizioni. Ci si concentrerà invece su una lettura sostanziale che permetta di comprendere gli aspetti più peculiari dello strumento, nonché la corretta collocazione temporale del suo utilizzo.
Bisogna infatti chiarire alcune cose: le Relazioni a volte sono sfasate. Ad esempio, nel 2023 non ci sono state due opposizioni, ma tre:
1) DPCM 16 marzo 2023, opposizione all’acquisto di Tecnologia Intelligente S.r.l. da parte di Nebius B.V., società olandese con forti legami finanziari con la Russia.
2) DPCM 7 novembre 2023, opposizione all’acquisto di FBM Hudson, sussidiaria italiana del gruppo malese KNM, da parte dell’emiratina Petro Mat FZCO.
3) DPCM 16 novembre 2023, opposizione all’acquisto di Microtecnica da parte di Safran.
Perché allora la Relazione parla di sole due opposizioni? Perché il caso Nebius è stato inserito nella precedente Relazione. Succede spesso per i provvedimenti di esercizio dei poteri speciali adottati nella prima parte dell’anno, tra gennaio e giugno. In questo modo, un DPCM del 2023 è finito nella Relazione del 2022, con il risultato che nella rappresentazione formale le opposizioni dell’anno 2022 sono salite a quattro e quelle del 2023 scese a due. Bisogna però guardare con attenzione alla data del provvedimento, ossia quando viene effettivamente posto il veto-opposizione e sotto quale governo, al netto del fatto che le istruttorie possono essere cominciate prima.
Da qui, una lettura più utile per mettere in ordine i vari tasselli.
È il 2021, durante il governo Draghi, l’anno in cui lo strumento comincia ad essere utilizzato con maggiore assertività, ritagliandosi un ruolo centrale nel nuovo contesto di competizione economica, tecnologica e politica. Prima del 2021, si hanno solo due opposizioni, a distanza di anni e, dunque, di fatto isolate: Next Ast-Altran nel 2017 e il veto del 2020 alla stipula di un contratto 5G tra Fastweb e Huawei. Per il resto, l’utilizzo dei poteri speciali era ancora in una fase immatura.
Governo Draghi, veti-opposizioni:
2021: 3
1) DPCM 31 marzo 2021, Shenzhen Inveland Holdings Co. Ltd – LPE s.p.a.
2) DPCM 21 ottobre 2021, Syngenta Crop Protection AG – Verisem
3) DPCM 18 novembre 2021, Zhejang Kesheng Intelligent Equipment Company Ltd – Applied Materials
2022: 3
1) DPCM 17 marzo 2022, Mars (HK) Information Technology Co. Limited – Alpi Aviation
2) DPCM 31 maggio 2022, Efort Intelligent Equipmet Co. Ltd – Robox
3) DPCM 1 giugno 2022, Rusatom GasTech LLC – Faber Industrie
Come si è visto, anche il governo Meloni ha usato nel 2023 il potere di opposizione in tre casi. Sul punto, è interessante notare come il nodo dell’opposizione all’acquisto di Microtecnica, provvedimento che era pure stato impugnato innanzi al TAR Lazio, sia stato di recente risolto. Dopo quasi un anno di trattative, ferma restando l’opposizione di novembre 2023, Safran ha effettuato una nuova notifica, ridisegnando l’operazione in modo più congeniale al governo italiano (ad esempio, l’acquisizione è stata ripromossa da Safran S.A. e non, come a novembre, da Safran Usa Inc.), ottenendo il via libera, seppure con l’imposizione di alcune prescrizioni (DPCM 4 giugno 2024). Diversa sorte invece il caso di FBM Hudson, accompagnato peraltro da un insolito silenzio da parte della stampa italiana, a differenza di quella malese. Il gruppo KNM sta cercando di liberarsi della propria sussidiaria italiana, nell’ottica di una ristrutturazione finanziaria e per tamponare le perdite, ma non è ancora riuscito a trovare un acquirente in grado di soddisfare il governo italiano. Difatti, non solo vi è stata l’opposizione di novembre 2023, ma di recente (DPCM 4 giugno 2024), il governo si è nuovamente opposto alla vendita: il punto è che, se nel primo caso l’investitore era emiratino e quindi il veto poteva risultare comprensibile, in questa seconda opposizione gli acquirenti erano due società italiane, BM Carpenterie Oil&Gas S.r.l. e Officine Piccoli S.p.a.; sicché, salvo ipotesi di proprietà straniera o inaffidabile, non si comprende bene le ragioni dell’opposizione e il silenzio che avvolge la vicenda non aiuta a fare chiarezza.
Oltre ai casi di opposizione, che rimangono comunque pochi, seppure dal 2021 non trascurabili, merita di essere menzionata la vera forma del golden power: le condizioni/prescrizioni, presenti ormai in tutte le operazioni più importanti degli ultimi anni e in grado di incidere notevolmente sulle sorti delle società. Nel 2023, stando alla Relazione, vi sono stati 20 casi di condizioni. È interessante, sul punto, notare come spesso le prescrizioni hanno accompagnato, permettendone il via libera, operazioni in precedenza bloccate. Un esempio di come funziona il Golden Power: l’opposizione rappresenta la forma più radicale e spesso, alla stessa, seguono trattative e diverse formulazioni dell’investimento per trovare un compromesso che possa andare bene a governo e privati. Tra i casi del 2023, troviamo di nuovo Alpi Aviation, con l’operazione soggetta a prescrizioni che ha visto una persona fisica italiana acquistare il 75% della società detenuto Mars (HK) Information Technology Co. Limited (cessione resasi necessaria dopo il veto del 2022). Oppure, ritroviamo Verisem, con una riorganizzazione del gruppo che ha previsto la cessione, con condizioni, degli attivi strategici ad una società di diritto italiano, con successiva acquisizione di Verisem B.V. da parte di Syngenta Crop Protection AG (nel 2021 era stato posto il veto e vi fu un contenzioso finito in Consiglio di Stato e che ha visto i giudici di Palazzo Spada dare ragione al governo italiano). Ancora, dopo il veto del 2022, è stata approvata con condizioni la concessione in licenza non esclusiva di una libreria software da parte di Robox a Efort Intelligent Equipmet Co. Ltd.
In sostanza, operazioni originariamente bloccate sovente vengono riproposte, dopo mesi o anni di trattative, con nuovi termini, accorgimenti, soggetti e tutele prima non previsti, in modo da potere ottenere il via libera con l’esercizio dei poteri speciali nella sua forma meno gravosa, ossia quella delle condizioni. Il caso di Safran, in questo senso, è emblematico, anche per la rapidità con cui è stato risolto: a novembre 2023 l’opposizione e a giugno 2024 il via libera con condizioni.
Nel complesso, notiamo come sia nel 2021 (Draghi), che nel 2022 (Draghi), che nel 2023 (Meloni) vi sono state tre opposizioni all’anno. Per ora il 2024 ha invece visto solo una opposizione (sempre FBM Hudson). Per il resto, ritroviamo vecchie operazioni riproposte e in generale un utilizzo delle condizioni come parte integrante delle vicende societarie più delicate. Difficile ormai pensare ad una operazione rilevante senza l’intervento del governo sotto forma di accorgimenti. Non è un caso che, giusto per menzionare qualche dato del 2024, il Golden Power sotto forma di condizioni sia stato esercitato nel grande deal Tim-Kkr (DPCM 16 gennaio 2024), oppure in Vitol-Saras (DPCM 23 aprile 2024), o Ion-Prelios (DPCM 12 marzo 2024) o Safran-Microtecnica stessa (DPCM 4 giugno 2024).